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13 maggio 2012

"Cine-Mare" recensione "Cast Away"






Cast Away


di Robert Zemeckis - 2000





Non sempre due buoni ingredienti
fanno un buon piatto! Lo sanno sia i cuochi che i buoni amanti del cinema. Cast
Away
appare come una buona ricetta in cui, però, gli ingredienti, (Robert
Zemeckis e Tom Hanks) vengono alterati dalla lenta cottura, come una maionese
troppo sbattuta e quindi impazzita. 


Cast Away è il risultato di troppo lavoro
che poteva essere abbreviato, tagliato e alleggerito. Non bastano, infatti, la
grande fotografia, le scene di avventura, la lotta contro le gigantesche onde,
la trasformazione fisica del protagonista e i costanti rimandi al Robinson Crusoe di Daniel Defoe a
rendere sopportabile la lentezza dell’intero film e a far crescere l’intera
storia. 


Eppure miscelati ci sono i tipici temi del romanzo d’avventura, come il
sopracitato Crusoe, solo che se nella versione letteraria il personaggio cresce
e matura, nella versione cinematografica l’intero susseguirsi delle immagini e
soprattutto del destino del protagonista viene affidato non alle proprie forze
o ad una crescita personale ma ad un appiglio, un’àncora di salvezza, quella
nave, grazie alla quale la storia può andare avanti trascinata, lenta. 


Non
basta, inoltre, la scoperta della perdita della sua famiglia a dare dignità di
chiusura. Ma Cast Away non termina direttamente ma lascia al pubblico intuire
il finale che, dopo essere arrivato alla conclusione della storia, meritava di
certo un finale più sostanzioso!





Recensione a cura di Stefano
Mosca per la Rubrica
“Cine-Mare”



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