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A Venezia si è acceso da alcuni mesi un dibattito sull'opportunità di continuare a mantenere il traffico delle navi da crociera in transito per il bacino di San Marco con destinazione finale gli ormeggi della Marittima. Un dibattito che investe istituzioni, associazioni, cittadini in un dialogo viziato da affermazioni destituite di ogni fondamento scientifico e tecnico circa il presunto danno che le navi da crociera arrecano alla città di Venezia.
Dichiarazioni che incautamente mettono a rischio un comparto prezioso dell’economia turistica locale. Un segmento produttivo in ottima salute, almeno fino ad ora, invidiato da tutti gli altri porti dell’Adriatico, che oggi dà lavoro a Venezia a oltre 5500 occupati diretti. Un valore da raddoppiare considerando anche l’occupazione indotta. Le dichiarazioni profuse sullo slancio emotivo di alcuni eventi eccezionali e relative psicosi, quali il naufragio della Costa Concordia e di sofferenze meramente estetiche rischiano di creare danni irreparabili al traffico crocieristico ed ai posti di lavoro ad esso connessi.
Tutti gli studi e le misurazioni effettuate negli anni da istituti indipendenti e autorevoli (cito Università Ca’ Foscari, IUAV, Università di Padova, CNR e ARPAV) hanno documentato e dimostrato come i presunti problemi di incompatibilità di Venezia con il traffico crocieristico siano imputabili ad una scarsa conoscenza della realtà.
Le onde che in alcuni filmati creati ad hoc, si infrangono con forza contro le fondamenta non sono dovute alle navi, bensì al traffico dei piccoli natanti , barche da trasporto, motoscafi, senza considerare quelli che riguardano il trasporto pubblico) che con il loro scafo spigolato producono forti correnti. Una grande differenza con il movimento d’acqua generato dalle navi da crociera, morbido e progressivo come il flusso di marea.
L’inquinamento dell’aria provocato dai fumi emessi dai camini delle navi è diminuito, grazie all’impiego di carburanti con un contenuto di zolfo sempre più restrittivo (32 per cento rispetto al 2007). Ed il futuro nel segno del cold ironing , alimentazione elettrica da terra, abbasserà ulteriormente le emissioni. Sul fronte della sicurezza infine Venezia grazie alla particolare morfologia dei suoi canali di navigazione , al fondale sabbioso ed all’obbligo del servizio di pilotaggio e di rimorchio, offre la massima garanzia.
E’ come se la nave navigasse su binari da cui anche volendo non può uscire. Alla luce di quanto detto emerge chiaramente come accogliere e promuovere il traffico crocieristico a Venezia rappresenti un’opportunità e non un danno per la città stessa.
Un capitale non solo economico, ma di professionalità da tutelare . Chi denigra e disinforma su questo tema deve e dovrà assumersi, in questa particolare congiuntura economica, la responsabilità, nei confronti non solo del comparto crocieristico, ma dell’intera economia ricettiva della città. Confondere le idee ai cittadini, all’opinione pubblica, con un’opera di disinformazione rischia di far perdere alla Serenissima in un attimo un traffico conquistato faticosamente negli anni.
Massimo Bernardo - Presidente Cruise Venice
Emilio Gamba - Vice Presidente Cruise Venice
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