Michael Thamm, nuovo amministratore delegato di Costa Crociere, spiega in questa intervista al quotidiano Il Secolo XIX il futuro, i progetti e le novità della comp. Costa Crociere.
Mr. Thamm, le sono tremate le vene ai polsi quando l’hanno scelta per guidare Costa Crociere?
«Ero già nel gruppo come direttore generale del marchio tedesco Aida Cruises, per me è stato un grande onore. Non ho avuto paura, tutt’altro. Conoscevo il valore del gruppo e delle persone, sono tuttora fiducioso nella forza dell’azienda. Il 2012 è stato un anno difficile, il mio obiettivo è che Costa sia la compagnia di crociere più rispettabile e redditizia dell’intero settore: sicura, affidabile e proiettata al futuro».
Conosceva già Genova? Le sue impressioni sulla città?
«Ero già stato nel quartier generale di Costa parecchie volte. Adesso che ci abito, sono affascinato dalla sua storia, dalle conquiste in campo marittimo. Purtroppo i tempi sono cambiati e la situazione attuale presenta parecchie sfide ed incognite per il futuro di Genova. In quanto Ceo di Costa Crociere, farò del mio meglio per sostenere lo sviluppo di Genova».
E’ cambiato il modo di lavorare con l’ingresso in azienda di manager non italiani?
«Costa è e rimarrà un’azienda italiana. Il nostro quartier generale è a Genova, in totale schieriamo oltre 3.000 dipendenti italiani. Le nostre navi battono bandiera italiana e portano nel mondo il meglio dei prodotti “made in Italy”. Ma ci troviamo a competere in un mercato globale, abbiamo una dimensione internazionale sin dalle origini. Siamo un’azienda italiana ma dobbiamo avere uno spirito internazionale. I nostri obiettivi richiedono stretta collaborazione tra management e dipendenti. Abbiamo lanciato un vasto progetto per ridefinire la nostra missione ed i nostri valori, che aiuterà a creare un terreno comune su cui costruire un futuro sostenibile per Costa».
Pensa che qualità e grandi numeri possano coniugarsi?
«Sì, le nuove navi “contemporanee” permettono la coesistenza. Le ammiraglie Costa Favolosa e Costa Fascinosa offrono già servizi e divertimenti di alta qualità a un grande numero di persone, a prezzi ragionevoli. Le navi grandi possono contare su un’offerta più ampia. I clienti hanno maggiori possibilità di scelta».
Esistono margini di crescita per il business delle crociere in Italia?
«E’ un’industria ancora giovane, che continuerà a crescere anche nei prossimi anni non solo negli Usa o in Europa ma anche in Asia. Una città come Genova può trarre beneficio da questa globalizzazione. Sono convinto che anche il mercato delle crociere italiano, terzo in Europa, abbia ancora un potenziale di sviluppo. Il rafforzamento dell’industria delle crociere in Italia porterà vantaggi all’intera economia nazionale: basti pensare che circa 100.000 posti di lavoro dipendono già direttamente o indirettamente dalle crociere».
Su quali interventi bisognerebbe puntare per garantire maggiori ricadute sul territorio?
«Vedo tre priorità: investimenti in infrastrutture e servizi dedicati esclusivamente alle navi da crociera e ai crocieristi; sviluppo di una “cultura dell’ospitalità”, che credo possa favorire non solo le crociere ma l’intero settore del turismo; una stretta collaborazione tra istituzioni locali e compagnie crocieristiche. Credo che le istituzioni locali dovrebbero sostenere la crescita delle crociere, perché generano benefici economici notevoli sul territorio. C’è un ritorno tangibile in termini di ricchezza e lavoro. L’Italia, in particolare, è il Paese europeo che trae i maggiori benefici dalle crociere come sostegno diretto all’economia nazionale, con 4,5 miliardi di euro di spesa diretta, 1,9 milioni di crocieristi imbarcati da porti italiani e 6,5 milioni di crocieristi in visita».
Con il raddoppio del terminal di Savona, Costa potrà ora sviluppare una sua presenza a Genova?
«Genova rimane per noi porto di riferimento, il suo utilizzo continuerà a essere preso in considerazione ogni qualvolta le necessità operative lo renderanno necessario. E’ probabile che ci siano nuovi scali nel 2013. Genova è casa nostra. E’ il posto che amiamo e dove vogliamo crescere. Non va dimenticato che i benefici economici che portiamo a Genova e nell’intera regione non provengono solo dal numero di scali effettuati dalle nostre navi. A Genova Costa impiega 800 dipendenti, che nei prossimi mesi saliranno a 1.000, grazie alle nuove assunzioni che abbiamo previsto per rafforzare alcuni dipartimenti dell’azienda, come il “Contact Center”, il nostro centro di prenotazioni e assistenza vendita».
E’ praticabile l’ipotesi di un terminal Costa a Ponte Parodi?
«I nuovi progetti che mirano a migliorare la qualità delle infrastrutture e dei servizi sono sempre i benvenuti. Al momento non ci sono ancora abbastanza informazioni certe per poter esprimere un giudizio in merito a Ponte Parodi».
Le novità previste per i prossimi tre anni?
«La Costa Diadema sarà la più grande nave da crociera battente bandiera italiana e i lavori di costruzione e allestimento continueranno sino alla consegna, prevista per il 30 ottobre 2014, impiegando circa 3.500 lavoratori Fincantieri e dell’indotto. La nostra strategia globale prevede il sostegno allo sviluppo di mercati emergenti ed il rafforzamento di destinazioni che stanno riscuotendo particolare apprezzamento. A cominciare dall’Asia, dove a partire da maggio 2013 avremo due navi posizionate. Nell’inverno 2013/14 offriremo nuovi itinerari nel Mediterraneo, isole Canarie, Emirati Arabi, Sud America e Caraibi. La crescita dell’occupazione sarà una logica conseguenza: oltre alla sede di Genova, offriremo lavoro anche a bordo delle nostre navi, con 600 nuovi posti previsti in Italia entro la fine del 2013 nella sezione “hotel” della flotta».
Aggiornamento sui lavori di recupero della Concordia?
«L’ultimo programma prevede il termine delle operazioni nel 2013. In particolare il raddrizzamento della nave dovrebbe essere completato a fine estate 2013. I tecnici di Titan/Micoperi stanno dando il massimo per rispettare i tempi previsti, senza compromettere gli elementi chiave del progetto, che sono la massima sicurezza e la massima tutela dell’ambiente. E’ un’operazione immane, mai realizzata prima. Il compito di Costa Crociere è fornire tutto il supporto possibile».
C’è la possibilità che Costa si faccia nuovamente costruire una nave a Sestri Ponente?
«Non è ancora il momento per fare ipotesi, quando saremo pronti, discuteremo con Fincantieri – ed eventualmente con altri cantieri – su cosa possiamo fare insieme».
Cosa avete fatto per migliorare la sicurezza sulle vostre navi?
«Il nostro impegno per la sicurezza è totale. E’ la nostra massima priorità. Per questo abbiamo lavorato a stretto contatto con l’industria mondiale delle crociere per migliorare ulteriormente gli standard. L’industria delle crociere ha lanciato volontariamente un programma di revisione delle procedure di sicurezza, che ha portato all’introduzione di 10 nuove misure, che eccedono gli attuali parametri normativi definendo nuovi benchmark per l’intero settore».
Giorgio Carozzi
IlSecoloXIX
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